Attività di ricerca

Una strategia per l’Italia. A partire dalla lezione di Paolo De Ioanna

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Paolo De Ioanna è stato socio fondatore di italiadecide e componente del Comitato di Presidenza, per espressa designazione da parte del Presidente Carlo Azeglio Ciampi, promotore e Presidente onorario dell’Associazione.

Nel suo pensiero le politiche pubbliche tengono insieme Stato, società ed economia, politica e amministrazione, settore pubblico e privato. L’obiettivo è quello di tornare a valorizzare e investire sull’insieme delle politiche pubbliche e sulla loro qualità come fattore fondamentale per l’economia. Aspetto fondamentale per la qualità delle politiche pubbliche è il loro coordinamento e l’integrazione in una strategia pluriennale, anche ai fini della loro legittimazione democratica.

Il primo tema del seminario riguarda la possibilità di recuperare in questa fase una prospettiva strategica e una visione unitaria delle politiche in atto. La nostra tesi è che per governare le politiche pubbliche e per valorizzarle sono necessari strumenti strategici e programmatici che le correlino tra loro.

A nostro avviso si possono variare i contenuti ma non questo metodo, che è l’unico adatto alle democrazie contemporanee ad economia avanzata, a maggior ragione per un Paese come l’Italia, che è molto esposto verso l’esterno per le sue esportazioni e al tempo stesso presenta un alto debito pubblico. In una democrazia come l’Italia disegnare costantemente la linea di un orizzonte strategico per il futuro sostanzia l’essenza del principio di responsabilità ed è un dovere democratico di chi governa verso i cittadini.

Anche se è in corso la discussione sui provvedimenti che attuano le misure previste nella decisione di bilancio 2019, la esigenza di coordinamento delle politiche in funzione di obiettivi unificanti e pluriennali non viene meno in questa fase. Al contrario il coordinamento degli interventi in fase attuativa è essenziale per l’effettivo perseguimento dei loro stessi obiettivi nel rispetto dei vincoli di realtà e dei vincoli costituzionali.

De Ioanna ha costantemente richiamato l’attenzione sulla importanza dei processi attuativi nell’effettivo svolgimento delle politiche pubbliche, in specie per quelle di maggiore qualità per la tutela dei diritti e per la funzionalità dei servizi fondamentali a favore dei cittadini e del sistema economico.

Si potrebbe riascoltare la sua voce: “gli effetti di una cattiva riforma ben attuata (e perfino la normativa previgente meglio attuata) possono essere di molto superiori a quelli di una buona riforma male attuata”.

Il secondo tema del seminario riguarda il rapporto con l’Europa, intesa come principale scenario strategico per la economia del nostro Paese, anche con riferimento ai rapporti con il resto del mondo.

De Ioanna è un convinto europeista, ma rivolge una critica di sistema alle politiche europee del passato decennio. Anche in questa decisiva materia le sue tesi costituiscono dunque un utile termine di confronto per il dibattito in corso in questi giorni.

Nella sua interpretazione, lo snodo cruciale della crisi svela la ambiguità, la ambivalenza e la rigidità su linee irrisolte dell’Europa a guida tedesca, che hanno determinato una grande instabilità di sistema, incidendo anche sulle capacità dei bilanci nazionali di svolgere una funzione anticiclica. Anche in questo caso vorremmo verificare se queste tesi, condivise da De Ioanna con altri esponenti di una ala di europeisti critici, non abbiano oggi acquisito maggiore centralità e si collochino in uno spazio mediano tra diverse correnti di una opinione pubblica in una fase di forte evoluzione.

Il pensiero di De Ioanna ci offre oggi forse più di ieri la piattaforma per una discussione seria, non confusa e non manipolata sul rapporto tra economia e democrazia nel nostro Paese e in Europa. Ne ha bisogno il nostro Paese, ma anche l’Unione europea. C’è bisogno, in particolare, di una rappresentazione più profonda ed equilibrata delle ragioni che si intrecciano nella crisi italiana, nella quale si evidenziano le maggiori cause della crisi europea. Elaborare fino in fondo la nostra esperienza di crisi significa ridare equilibrio, profondità e prospettiva al dibattito pubblico nel nostro Paese. Una opinione più condivisa e più matura può dare ai nostri rappresentanti una maggiore capacità di dialogo e persuasione. Per la intensità della esperienza che l’Italia rappresenta, è importante per tutti che essa torni ad avere una voce forte e chiara per coerenza, lucidità e richiamo a fatti concludenti.

Nei momenti di maggiore crisi il nostro Paese ha sempre saputo svolgere un ruolo propositivo sulla scena europea come potrà avvenire di nuovo nel confronto che si riaprirà dopo le elezioni europee per la ricomposizione di un orizzonte strategico per l’Europa.